
Si è sempre più attenti, sia lato impresa di costruzione che lato committente, all’impatto ambientale che edificare nuovi edifici o ristrutturarne di vecchi può avere.
La transizione verso un’edilizia sostenibile è ormai ampiamente avviata, tanto nelle pieghe delle norme emanate quanto nell’approccio teorico alla materia. All’atto pratico però c’è ancora molto da fare.
Quali sono i materiali e le pratiche più adatte a portare avanti un’edilizia sostenibile? Riepiloghiamo qui le considerazioni più importanti, con la convinzione che scegliere il meglio per l’ambiente rappresenti un investimento anche sul nostro presente e futuro.
Edilizia sostenibile, una definizione
Che cosa si intende per edilizia sostenibile?
Questo termine, così come il sinonimo bioedilizia, accompagna un concetto che inizia a farsi strada a partire dagli anni ’70 quando negli ambienti Accademici e scientifici si inizia a riflettere sull’impatto che l’essere umano e le sue attività hanno sul Pianeta che ci ospita. La crisi energetica e la scarsità di materie prime alle porte iniziano a preoccupare addetti ai lavori e politica e la riflessione si allarga anche alle fasce più attente e sensibili della popolazione, dando vita anche ai primi movimenti ecologisti.
L’edilizia sostenibile è dunque parte di un nuovo approccio teorico e pratico, che sottolinea la necessità di smettere di vedere la Terra come una grande miniera dalla quale attingere e le materie prime come qualcosa di infinito. Al posto di questa logica consumistica, l’invito è quello di adottare una visione più razionale nella quale risparmio ed efficienza energetica diventino princìpi cardine.
Per edificio sostenibile si intende dunque una struttura pensata, progettata, costruita – o ricostruita – con l’obiettivo di avere un impatto positivo sull’ambiente, sull’economia e sulla società, lungo tutto l’arco del suo ciclo di vita.
Affinché un progetto costruttivo rispecchi i paradigmi dell’edilizia sostenibile bisogna valutarne diversi aspetti:
- materiali utilizzati
- efficienza energetica
- impatto sulla salute
SteelMAX® come esempio di bioedilizia
SteelMAX® si basa sull’utilizzo di acciaio sagomato a freddo per l’assemblaggio del sistema costruttivo.
Se è vero che per la produzione di questo materiale sono necessarie delle lavorazioni in fonderia con un impatto negativo sull’inquinamento, lo è altrettanto che l’acciaio è l’unico materiale costruttivo che può essere riciclato al 100%.
Di norma il confronto si fa con l’edilizia tradizionale e con le case in legno, più innovative.
In entrambi i casi, il paragone porta ad una migliore performance dell’acciaio in termini di ecosostenibilità:
- per costruzioni in cemento armato è necessaria la produzione di calcestruzzo all’interno degli altiforni e di laterizio, materiali non riciclabili alla fine del loro ciclo di vita
- le costruzioni in legno implicano uno sfruttamento del suolo e delle foreste per reperire la materia prima, che tra l’altro non può essere per gran parte riciclata a causa delle resine utilizzate in fase di assemblaggio della struttura
L’apporto del sistema SteelMAX® in termini di edilizia sostenibile non si ferma al solo ruolo dell’acciaio.
Realizzare edifici in acciaio seguendo questo procedimento costruttivo significa infatti:
- ridurre l’inquinamento derivante dalle attività di cantiere
- migliorare le prestazioni energetiche
- permettere un monitoraggio avanzato dei consumi energetici, ottimizzandoli
- diminuire i rifiuti di cantiere e gestirne meglio la trasformazione o lo smaltimento
- utilizzare prodotti e materiali lavorati in maniera responsabile
- diminuire l’inquinamento causato dai trasporti del materiale
- minimizzare l’utilizzo di prodotti e sostanze potenzialmente nocive per la salute
- utilizzare materiali a basso contenuto e basse emissioni di VOC, riducendo così il rischio di contaminanti sia per i lavoratori che per i futuri occupanti dell’edificio
Scegliere SteelMAX® significa dunque, sia per le imprese costruttrici che per i committenti finali, contribuire alla diffusione di un’edilizia sostenibile nella quale il confort abitativo vada alla pari con la tutela dell’ambiente.